I certificati di investimento sono delle soluzioni di risparmio alternative. Ma a chi convengono ed in quali occasioni? Che tipo di precauzioni bisogna prendere?
E’ bene da subito essere chiari. I certificati di investimento sono definiti da Consob prodotti complessi. La definizione fa subito capire che bisogna avvicinarsi con accanto persone esperte. Vietato il fai da te. Ma quando ha senso utilizzarli e che vantaggi possono dare?
- Per un investimento soft sull’azionario.
- Per guadagnare anche quando i mercati scendono.
- Per cercare rendimenti molto alti nel breve termine.
- Per ridurre o azzerare le minusvalenze di portafoglio.
Azioni ma con prudenza
Anzichè acquistare l’azione, posso comprare un certificato ad essa collegato (il cosiddetto sottostante). Oppure un certificato il cui andamento dipende da un gruppo di azioni (il cosiddetto basket). Può succedere che nei prossimi due anni l’azione che seguo e di cui sono convinto non va bene. Anzichè salire scende addirittura del 20%. Col certificato potrei comunque guadagnare cedole periodiche. Inoltre a scadenza il certificato rimborsa al suo valore nominale. Se l’ho comprato sotto la pari, avrò anche un guadagno in conto capitale. Il rischio? La quotazione dell’azione non deve scendere sotto una certa barriera. In genere i certificati hanno ampie barriere, anche del 50% o 60%. Per cui posso guadagnare un buon flusso cedolare anche se il biennio si chiude con una pessima performance del titolo.
Ottime opportunità nelle fasi ribassiste
Quando i mercati scendono, è facile trovare certificati sotto la pari. Potrebbe essere un’ottima occasione per iniziare ad incassare cedole ed avere un domani un guadagno a scadenza. Esempio: valore nominale del certificato 100, prezzo di acquisto 95. Cedola mensile 0,35%. Significa che ogni anno paga il 4,2% di cedole ed a scadenza avrò un ulteriore +5% perché l’ho comprato a meno del suo valore nominale. Per i più spavaldi che rinunciano alle cedole, c’è la possibilità di investire a leva, per guadagnare anche 5 o 7 volte rispetto alla risalita del sottostante. Oppure avere un bel bonus a scadenza. Se il certificato viola la barriera del 60%? In questo caso la mia perdita sarà enorme, circa pari alla barriera stessa! Per questo ripeto, vietato il fai da te.
Recupero le perdite pregresse!
Uno dei grandi crucci di chi ha perso facendo trading sono le minusvalenze. I certificati sono il miglior strumento per recuperarle. Le cedole delle obbligazioni non aiutano in questo. Con i certificati si recuperano minus sempre. Sia quando erogano cedole che quando rimborsano con guadagni rispetto al prezzo di acquisto. Tutti i costi sostenuti con la propria banca per altri investimenti sono compensabili. Sia le commissioni di ingresso, sia i diritti fissi pagati. I certificati riescono a migliorare così le performance dell’intero portafoglio. Massimizzando i rendimenti e riducendo al minimo la pressione fiscale sui guadagni!
E’ tempo di vacche magre sui rendimenti obbligazionari. Grandi banche stanno proponendo certificati per dare le cedole che le obbligazioni non danno più. Attenzione! Nessuno può promettere rendimenti molto alti senza rischio. In primis ci sono le barriere da mettere in conto. E se il capitale è completamente protetto, ci saranno costi e penali di uscita da considerare. C’è sempre differenza tra chi vende qualcosa e chi lo propone in un contesto di consulenza più ampia.
Utilizzi già certificati, come ti trovi? Pensi che possa essere interessante introdurli in un’ottica di diversificazione dei prodotti di investimento?
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