L’inflazione è uno dei nemici principali degli investitori. Ma non solo! Anche di chi dorme su sette cuscini e tieni i suoi soldi fermi senza fare nulla.
La maggior parte dei governatori delle banche centrali mondiali hanno un obiettivo. Tenere bassa l’inflazione. Una tipica reazione all’aumento dei prezzi è una politica monetaria restrittiva. In altre parole, il rialzo dei tassi che produce l’aumento delle rate dei mutui variabili ed il costo delle linee di credito future. L’aumento dei tassi corrisponde alla discesa dei prezzi dei titoli di stato ed altre obbligazioni già presenti sul mercato. Questo atteggiamento ha come rischio principale la paralisi tra domanda ed offerta. I prezzi di prodotti e servizi nonchè le linee di credito costano così tanto che persone ed aziende rinunciano a comprare ed investire. L’economia può finire in recessione.
Azioni ed aziende
L’inizio di un’ondata inflazionistica mette in difficoltà i bilanci delle aziende. Le società vendono ai loro clienti, se il prezzo aumenta troppo la domanda diminuisce e così il fatturato aziendale. Inoltre le aziende finanziano i loro investimenti facendosi prestare il denaro. Il costo del denaro aumenta e gli investimenti aziendali sono meno redditizi. Questo genera il precipitare delle quotazioni sui mercati finanziari. Uso il termine precipitare perché questa discesa è amplificata dagli effetti del fenomeno del High Frequency Trading sempre più presente e diffuso. Ci sono aziende più colpite in questa fase, le cosiddette growth, cioè quelle il cui fatturato cresce molto anno su anno. Al contrario subiscono meno le aziende value, quelle più stabili, il cui business è legato a dinamiche di incasso periodiche meno inficiate dalla crisi economica.
Obbligazioni e titoli di stato
Non va meglio per i possessori di obbligazioni (titoli di stato e bond emessi da aziende). Questo strumento è acquistato soprattutto dagli investitori prudenti. Coloro che vogliono guadagnare poco ma non vedere i loro soldi sulle montagne russe dei mercati finanziari. Ebbene, la politica restrittiva delle banche centrali produce forte volatilità anche sulle obbligazioni. In men che non si dica, un investitore prudente può vedere il suo risparmio scendere del 10% ed anche 15%. Ricorda che questo strumento di risparmio ti garantisce il rimborso al valore nominale solo a scadenza non durante. Se la durata è molto lunga, anche la volatilità del titolo sarà più accentuata. Non farti allettare da cedole più generose, scegli sempre l’obbligazione coerente con il tuo orizzonte temporale di investimento. Se i soldi ti servono fra 5 anni, è da scellerati comprare bond che durano 10 o 20 anni e magari di più!
E Mario che dorme su sette cuscini?
Mario non ha investito nè in azioni, nè in obbligazioni. Fortunato lui che non sta perdendo un sacco di soldi! Mica tanto direi… Le 100.000€ che ha sul conto corrente le utilizza per comprare diesel, pane, pasta, latte. Se Mario facesse bene i conti, comprerà molto meno il prossimo anno coi prezzi tutti aumentati. Se l’inflazione è il 10%, Mario è come se ha sul conto 90.000€. La sua dormita gli HA FATTO PERDERE IL 10%!
Morale della storia? Sia quando l’inflazione è bassa o negativa che quando è molto alta bisogna avere una strategia per non fare danni e non sperperare i risparmi di una vita di sacrifici. A te scegliere come rispondere alla sfida che si presenta oggi. Devi dare una risposta per soddisfare le tue esigenze e raggiungere serenamente i tuoi obiettivi.

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