Dietro una polizza vita possono insidiarsi alcune trappole. Impara a conoscere bene questo strumento di risparmio per evitarle.
Premetto anzitutto che una polizza vita è un ottimo strumento di risparmio. Serve per avere servizi che l’investimento puro non può dare. Tuttavia mi capita spesso di incontrare persone che le hanno scelte in maniera non consapevole. Ma soprattutto che non sanno quello che hanno firmato!
A cosa devo fare attenzione?
Nella mia esperienza le trappole maggiori le riservano le formule a premio ricorrente. Ma fai sempre attenzione al contratto che ti viene proposto. Spesso il contraente riceve dettagliate informazioni sui vantaggi del prodotto. Molto più raramente conosce vincoli, penali ed adeguatezza della soluzione proposta.
Adeguatezza
Marco è diventato papà ed ha deciso di mettere da parte qualcosa per sua figlia Giulia. Serviranno quando sarà grande. Ha anche bisogno di tutelare i propri cari. E’ l’unico lavorare in famiglia. Il suo assicuratore gli propone una polizza a premio ricorrente da 200 euro al mese. Oltre a risparmiare, tutela la moglie e Giulia caso morte con il raddoppio delle somme versate. Sembra interessante! Facciamo due conti. Ipotesi caso morte dopo 9 anni. In polizza ci sono poco più di 20.000€ che raddoppiano ed arrivano alla moglie. E’ un evento che mette in ginocchio questa famiglia, basteranno? Marco aveva accantonato oltre 21.000€ ed in polizza ce ne sono 20.300€. Sapeva che il capitale era garantito solo al netto dei costi? La figlia minorenne indicata come beneficiaria adesso deve riscattare la sua quota. La moglie è costretta a fare una pratica in tribunale per aprire un conto alla figlia e far marcire i soldi a capitale garantito fino alla sua maggiore età. Non era meglio un piano di accumulo sull’azionario ed una polizza di rischio puro a copertura del rischio premorienza? Assicurando non inezie, ma garantendo 200.000€ alla moglie caso morte?
Penali
Il nostro Marco paga diligentemente il premio per 5 anni. Dopo sopravviene un imprevisto. Ha bisogno dei soldi messi da parte. Esercita il diritto di riscatto e gli viene liquidata la cifra a meno del 8%. Il contratto prevede penali in caso di riscatto per i primi 10 anni. Forse era meglio un investimento senza una penalizzazione così lunga? Dieci anni è troppo tempo. Può succedere di tutto. Il rischio di dover riscattare subendo una penalizzazione ha senso correrlo? Magari ha scelto un’ottima polizza che rende ed investe con i migliori prodotti al mondo. Non di certo con quelli della stessa casa della compagnia assicurativa. Forse se i costi sono bassi e le tutele eccellenti. Ma quanto costa a Marco ogni volta che versa in questa polizza. E quanto trattiene ogni anno come costo periodico?
Vincoli
Qui arriva la mazzata peggiore. Non capisco come si possano ancora inserire certe clausole. E come si trovino tanti Marco che le accettano firmando! Se non versi il premio mensile pattuito per almeno due/tre anni, le somme versate restano in capo alla compagnia assicurativa ed il contratto di conclude. COSA? Al povero Marco non può succedere nulla di imprevedibile. Il nostro supereroe sarà certamente in grado di versare? ALTRIMENTI? Questo vincolo così rigido è stato ben spiegato al contraente prima di accettare il contratto? Ci sono tanti Marco in Italia, anche laureati e ben istruiti. Hanno firmato questi contratti. Sarò io a non capire che sono contratti eccezionali e che ne vale veramente la pena!
Per me restano comunque delle trappole da evitare. Quando le evidenzio ai clienti sono tutti inconsapevoli e per nulla contenti di aver firmato una polizza simile. Per non parlare delle pessime performance finanziarie procurate dopo diversi anni di investimento.

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